Parole e sessismo (parte seconda)

Avevamo già posto qualche interrogativo riguardo all’uso del genere femminile in alcuni vocaboli, soprattutto in ambito professionale (qui).
L’argomento non è nuovo, se ne parla e se ne discute da tempo. A zonzo per il web mi sono imbattuto in questa pagina (http://www.scudit.net/mddonne_sessismo.htm) dove, peraltro, si fa riferimento anche a un libro denominato “Il sessismo nella lingua italiana”.
Di tale questione ha recentemente speso qualche parola anche Beppe Severgnini, sul suo blog “Italians”(http://italians.corriere.it/2012/03/17/problemi-femminili/).

Riguardo a questo tema non mi sono formato una vera e propria opinione. Credo tuttavia che alcuni termini appaiano in qualche maniera cacofonici, ma non so se la motivazione risieda nel fatto che vengono raramente utilizzati o se invece perché effettivamente di suono sgradevole. È indubbio però che noi italiani, forse per l’ignoranza di una vera e propria regola, utilizziamo di rado il “termine professionale esatto” al genere femminile preferendo, consapevolmente o meno, la creazione di strampalati o sfortunati neologismi.