Parole desuete in ordine alfabetico

A

abbacinare [ab-ba-ci-nà-re], v. trans.
-accecare
-fig. ingannare

alea [à-le-a] sost. femm.
– rischio
– caso, sorte

algido [àl-gi-do] agg.
Freddo, glaciale, gelido.

alterco [al-tèr-co] s.m. (pl. -chi)
Violento scontro verbale

ananasso [a-na-nas-so] sost., s.
L’Ananas, chiamato in italiano anche Ananasso, è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae.

ancillare [an-cil-là-re] agg.
che è in relazione al terime ancella, inteso nel senso di serva, domestica
(ling.) che è di supporto, propedeutico, serve, aiuta ad es. l’apprendimento di qualcosa

astrùso [a-strù-so], agg.
che è difficile a capirsi e complicato

atavico agg. [a-tà-vi-co]
– Che deriva dai più lontani progenitori: istinti atavici

auspicare [au-spi-cà-re] v.tr e intr.
prender gli auspici, augurare; desiderare vivamente

C

culaccino [cu-lac-cì-no]
Sostantivo
culaccino m (pl: culaccini)
1. le estremità del salame, della salsiccia o del pane
2. fondo di bicchiere
3. traccia lasciata da un secchio bagnato o da un recipiente simile nel punto in cui è stato appoggiato

diminutivo di culaccio

D

dicotomia [di-co-to-mia] s.f.
divisione in due parti

disamina [ di-sà-mi-na] sostantivo femminile.
Esame attento e preciso

duttile [dùt-ti-le] agg
1 Con riferimento a metallo, che può essere facilmente ridotto in lamine o fili sottili senza rompersi (p.e. l’oro, l’argento, il rame ecc.)
2 lett. Flessuoso, agile
3 fig. Che si modifica a seconda delle necessità e delle circostanze


E

eristico [e-rìs-ti-co] agg.
contenzioso, polemico, ingannevole.
(deriva dalla generazione del sofismo, ossia l’”eristica”, l’uso della parola come mero strumento di confutazione indipendente dal valore degli argomenti, dal loro contenuto di verità.)

F

facondia [fa-còn-dia] s.f.
-Facilità di parola, scioltezza ed eleganza d’espressione

favellare [fa-vel-là-re] v.intr. (aus. avere; favèllo ecc.) [sogg-v] lett.
• Parlare; raccontare, narrare


I

ignavo [i-gnà-vo] agg., s.
agg.: che è indolente, privo di virtù, di forza morale
s.m.: (f. -va) Nel sign. dell’agg.

imbolsire [im-bol-sì-re] v.
detto di un cavallo, diventare bolso;
in senso figurato, di persona, ingrassare in modo malsano

Inanità [i-na-ni-tà] sost. fem.
– inutilità, vacuità

invacchire [in-vac-chì-re] v.
andare in vacca, cioè a male
dei bachi da seta che si gonfiano e ingialliscono per poi morire


M

misoneista [mi-so-ne-ì-sta] agg. e s.
di persona assolutamente contraria ad ogni innovazione, cambiamento o novità


O

opimo [o-pì-mo], agg.
– lett. Grasso, pingue
– generic. Copioso, abbondante

orpello [or-pèl-lo] sost., m.
– ornamento inutile ed eccessivo
– propriamente: similoro, lamine adoperate come ornamento


P

Panzana [pan-zà-na] s.f.
Fandonia, frottola, bugia: tutte panzane!; dire, raccontare panzane

Pleonastico [ple-o-nà-sti-co], agg.
-superfluo, ridondante

Pletorico [ple-tò-ri-co] agg.
-fig. più numeroso del necessario, eccessivo

Preconizzare [pre-co-niz-zà-re] v. trans.
– annunciare solennemente
– predire, profetizzare

procrastinare [pro-cra-sti-nà-re] v.
rimandare a domani, temporeggiare, differire

probo [prò-bo] agg.
-onesto

prodromo [prò-dro-mo] s.m.
Segno, indizio, circostanza che preannuncia qualcosa, generalmente sfavorevole.
es. i prodromi di una malattia, di una crisi economica


Q

quietanza [qui-e-tàn-za]
o quetanza, ant. quitànza
s.f.
Documento rilasciato dal creditore al debitore in cui si dichiara di avere riscosso la somma dovuta: chiedere, rilasciare la q.
‖ Dichiarazione di avvenuto pagamento: firmare per q.
La quietanza deve essere rilasciata in forma scritta: atto pubblico o scrittura privata. Altrimenti sarebbe frustrata la finalità certificativa della stessa. La dottrina ritiene sia sufficiente la provenienza della quietanza dal creditore, anche se non firmata dallo stesso.


S

sacripante [sa-cri-pàn-te] sost., m.
-uomo grande e grosso
-briccone

sciamannato [scia-man-nà-to] agg.
-sciatto, disordinato

Segaligno [se-ga-lì-gno] agg.
-magro e asciutto, e per questo robusto e sano

soccida [ sòc-ci-da ] Sostantivo
soccida f (pl: soccide)
1. contratto agrario di tipo associativo relativo all’allevamento del bestiame. A seconda del tipo di soccida, il socio soccidante concede bestiame al soccidario che presta l’opera; costui a titolo di pagamento condividerà gli utili delle attività connesse.

2. accomandita di bestiame
* soccida semplice: il soccidante fornisce il bestiame e il soccidario si occupa del suo allevamento. Il soccidante è direttore d’impresa
* soccida parziaria: entrambe le parti forniscono bestiame, ma il soccidario si occuperà anche dell’allevamento. Il soccidante è direttore d’impresa se fornisce una certa quota di bestiame
* soccida con conferimento di pascolo: il soccidante fornisce il pascolo e il soccidario il bestiame. Il soccidario è direttore d’impresa.
anticamente soccita, deriva dal latino societas

solipsista [ so-li-psi-sta ] sostantivo, maschile e femminile.
Chi aderisce alla filosofia del solipsismo e, per estensione, chi dimostra atteggiamenti di egocentrismo e soggettivismo estremi

stolido [ stò-li-do ] aggettivo.
Di chi dimostra scarsa intelligenza o prontezza.

stoltiloquio [stol-tì-lo-qui-o]
discorso vano, insensato, proprio di uno stolto

subitaneo [ su-bi-tà-neo ] aggettivo.
Improvviso, immediato, repentino, inatteso.


T

tignoso [ti-gnó-so] agg., s.
• agg.
1 med. Che ha la tigna
2 fig. region. Di persona, avaro, spilorcio; pignolo
3 fig. region. Caparbio, cocciuto

V

veruno [ve-rù-no] agg., pron. infefinito
qualcuno, alcuno

vetusto [ve-tù-sto] agg. lett.
1 Molto antico, e perciò degno di venerazione: edifici v.; memorie v.
2 Riferito a persona, molto vecchio

45 commenti su “Parole desuete in ordine alfabetico

  1. Miri ha detto:

    Alcune tra le voci elencate non paiono desuete. Ad esempio “auspicare”: Politici e rappresentnanti di qualsiasi istituzione “auspicano” ad ogni inaugurazione, discorso ufficiale, fine/inizio anno, intervista.
    “Quietanza” e’ usato comunemente in ambito commerciale e legale, anche perche’ e’ un termine tecnico e dal significato univoco.

  2. Adalgisa Natale ha detto:

    Finalmente ci si ricorda della nostra “povera lingua” così bistrattata e dimenticata soprattutto da coloro che hanno la pretesa di insegnarci qualcosa e che invece non riescono ad utilizzare neanche un comgiuntivo al momento giusto.

  3. Giuseppe ha detto:

    Molto interessante l’idea di “mettere in mostra” parole desuete sperando che qualcuno se ne riappropri. Attenzione, però, a non confondere termini specialistici (come eristica) con quelli veramente in disuso.
    Mi accorgo che gran parte dei termini è nel mio vocabolario, anche se li uso di rado, quindi mi sento un po’ desueto io stesso. Vorrei poi precisarvi che ci sono due errori di pronuncia:
    -pròdromo (e non prodròmo), perché così era la pronuncia sia greca sia latina;
    -subitàneo (e non sùbitaneo, che appare quasi impronunciabile).
    Se in futuro – parlando con persona di media cultura – dirò qualche parola che il mio interlocutore non capisce/non conosce, magari ve la spedirò per arricchire il vostro elenco.
    Beppe

    • Corteo ha detto:

      Per i termini specialistici, o tecnici, sappiamo che effetivamente nella lista ce n’è qualcuno; facendo la tracrizione di quelli che ci sono stati segnalati, si vede che non siamo stati troppo attenti.
      Ci scusiamo, inoltre, per i refusi di “prodromo” e “subitaneo”.
      Grazie mille per l’attenzione e per il suggerimento!

  4. sedrock ha detto:

    Sedrock scrive:
    molti dei termini sopra elencati in ordine alfabetico non mi paiono desueti affatto. Direi piuttosto che siano poco frequenti, ma non del tutto dimenticati. La desuetudine di una parola, invece, proviene da un duraturo mancato utilizzo, spesso dovuto alla sua sostituzione con termini che risulta più facile ricordare. Di seguito annoto alcune parole che reputo davvero desuete, sulle quali attendo eventuale commento.

    1. ABBACARE: Fantasticare/Vagare con la mente = sin. ALMANACCARE
    2. ABBACONE: Persona con la propensione a fantasticare
    3. ABBALLARE: Fare balle di fieno o paglia
    4. ABBAMBINARE: Trasportare grosse e pesanti pietre, smuovendole dal suolo ora per dritto, ora a destra, ora a sinistra
    5. ABBRACCIONE: Chi facilmente si assume incarichi e faccende
    6. ABBURATTARE: Setacciare la farina per separare la farina dalla crusca, utilizzando un buratto (setaccio)/Esaminare, discutere/Malmenare, scuotere
    7. ALBAGìA: Pomposa vanità = sin. ALTERIGIA
    8. ANODìNO: Che mitiga il dolore/Inoffensivo = sin. LENITIVO
    9. BORDAGLIA: Quantità di gente abietta = sin GENTAGLIA
    10. BROLO: Terreno coltivato a verdura o ad alberi da frutta/Orto
    11. BROSCIA: Brodaglia
    12: BRUZZAGLIA: Quantità di cose o persone di poco valore/Marmaglia
    13. BURBANZA: Alterigia vanitosa
    14. BUZZURRO: Originario delle zone montuose che scende a valle in inverno per vendere castagne, marroni, pasticcini ed altri prodotti tipici dei suoi luoghi/Uomo zotico
    15. CACHINNO: Risata smodata, perlopiù di dileggio
    16. CARACCA: Nave di grosse dimensioni preposta al trasporto di merci
    17. CHIETINERIA: Ipocrisia
    18. CICA: Nulla
    19. CONQUIDERE: Ridurre a mal partito, abbattere/Vincere/Conquistare il cuore, gli anini = agg. e p.p. CONQUISO
    20. ENNEADE: Insieme di nove persone o cose
    21. FLAGIZIO: Crimine/Scelleratezza
    22, FLAGIZIOSO: Scellerato, infame, malvagio
    23. LABBREGGIARE: Proferire parole a fior di labbra, mormorare
    24. MàCOLO: Percosso, pieno di lividi/Affranto, sfinito
    25. PRAVO: Malvagio, perverso
    26. RUTICARSI: Muoversi piano e con fatica
    27. PRèDIO: Podere/Proprietà rurale = agg. PREDIALE
    28. PROPAGGINARE; Sotterrare i rami delle piante, o i tralci delle viti, senza tagliarli dal tronco, in modo che mettano nuove radici e germoglino/Sotterrare vivo col capo in giù; forma di pena di morte in uso nel medioevo
    29. SALACCAIO: Vecchio libraccio
    30. SALAPUZIO: Uomo di piccola statura
    31. SANTIMòNIA: Vita ed atti di persona devota/Affettazione di santità, ipocrisia
    32. ZINZINARE: Bere a piccoli sorsi, centellinare
    33. ZOZZA: Miscuglio di superalcolici di infima qualità

    • Corteo ha detto:

      Grazie intanto per il contributo!
      Noi abbiamo riportato qui qualche parola: alcune ci sono state segnalate, altre le abbiamo reperite noi. Ovviamente non abbiamo la pretesa di essere esaustivi né senza errori; intanto abbiamo una base di partenza, poi si fa sempre tempo a modificare, aggiungere o altro… Abbiamo infatti l’idea di apportare qualche cambiamento!
      Grazie ancora per la tua segnalazione!

      • sedrock ha detto:

        Forse, allo scopo di arricchire la lista, dovremmo prendere in considerazione la possibilità di creare un “corpus” alimentato dal contributo di tutti coloro che vogliano collaborarvi; un vocabolario di “parole smarrite” aperto, cosicchè ciascuno possa incrementarlo, avendo cura di citare le fonte per verificare l’attendibilità di ognuno.

        La mia fonte sono i due volumi de “Il Novissimo Melzi”, edito da Vallardi nel 1953. Tomi preziosi che si lasciano leggere come se fossero un romanzo, tanto che ho avuto l’impulso di scrivere qualcosa per esercitarmi nella padronanza delle parole dimenticate. Così di seguito annoto, invitando i lettori di questa mia a proseguire il racconto…

        Amava così tanto abbacare che quella mattina, nella speranza di poterlo fare solitario ed in un luogo silenzioso, decise di discendere il borro nonostante sapesse che sarebbe stato costretto a ruticarsi in ragione del terreno sassoso e irto di insidie. Durante il cammino, però, fu colto da un’improvvisa e violenta buriana che lo costrinse a rifugiarsi nel cavèdio di un sacello diroccato dove, scoprì con disappunto, aveva trovato rifugio una enneade di buzzurri. Questi, nel mentre zinzinnavano della misera zozza da una ghirba che si scambiavano ridendo, una volta accortisi di lui cominciarono a ciambolare sommessamente tra loro. Infine, emerso da quella bordaglia, un salapuzio flagizioso prese irriverente a celiare con lui e, cerimonioso, gli offrì la broscia alcolica che divideva coi suoi compari, col cavicchio di rifocillarlo. A ciò un immediato cachinno si sollevò da quella prava bruzzaglia, il cui abburattarsi scomposto suscitò in lui una sdegnata burbanza. Tentò allora di replicare salace, ma cica quelli ascoltarono della sua fiera, ma troppo composta, risposta al dileggio ricevuto. Così egli, màcolo e conquiso da tanta scelleratezza, labbreggiando improperi all’indirizzo dei villani che avrebbe tanto desiderato propagginare, fuggi via attraverso il brolo lì accanto; ma correndo quasi alla cieca sotto la pioggia battente che aveva ripreso a cadere, finì piedi e gambe in un cumulo di maleolente cessino. Il lotume gli intrise i calzoni e gli colmò le scarpe. Quel lordo incidente lo avvilì ancor più, tanto che la vista del suo prèdio fu per lui una vera salvezza, ansioso com’era di mondarsi vesti, corpo e spirito…

        La punteggiatura forse non è un granchè. Scusatemi; ma. vi prego, proseguite il racconto inserendovi parole desuete come io ho fatto. Alla prossima!

    • Ducatus Mediolanensis ha detto:

      L’elenco di parole desuete ivi fornito è assai ricco e ben redatto (io stesso non conoscevo buona parte delle parole quivi inserite), ma, per quanto m’è possibile, vorrei arricchirlo, con annesso significato ed uso letterario, ove viene fatto.
      1. Aberrante: Anomalo, assurdo.
      2. Adunque: Dunque, usato dal Machiavelli.
      3. Agnolo: Angelo.
      4. Appropinquarsi: Avvicinarsi, appressarsi, solitamente a fare una cosa.
      5. Aprico: Soleggiato, esposto al sole.
      6. Cangiare: Cambiare. Derivato: cangiamento, usato dal Pellico.
      7. Favella: Parola, intesa come uso di parlare; derivato: favellare.
      8. Fellone: Perfido, sleale.
      8. Imbolare: Rubare.
      9. Inverecondo: Privo di pudore, o che l’offende direttamente.
      10. Masnadiere: Disonesto, prepotente.
      11. Motteggiare: Prendere in giro, usato dal Boccaccio.
      12. Nondimanco: Nondimeno, usato dal Machiavelli.
      13. Nondimeno: Ciononostante.
      14. Precipuo: Principale, peculiare; derivato: precipuamente.
      15. Pusillanime: Vigliacco, meschino.
      16. Ribaldo: Canaglia.
      17. Sirocchia: Sorella, usato dal Boccaccio.
      Ve ne sono poi altri sui quali sono meno sicuro e che, di conseguenza, pongo alla fine.
      18. Salvatico: Selvatico.
      19. Sanza: Senza.
      Entrambi questi termini sono usati dal Dante, ma la Treccani li indica come appartenenti al dialetto toscano e, anche se appartengono alla favella del Sommo Poeta, non sono sicuro di poterli inserire negli arcaismi italiani (anche perché non sono nemmeno sicuro che siano arcaismi toscani).
      20. Veggere (Veggiere?): Vedere.
      Il Boccaccio scrive “Veggionvisi”, con significato di “si vedevano”; da questo e da altri riscontri in testi medioevali, ne deduco quindi un verbo, con significato di “vedere”. La Treccani indica come inoltre come corrispettivi di “vedo”, “veggo” e “veggio”. Ma la forma all’infinito, ammesso che esiste (e non vedo perché non dovrebbe), è “veggere” o “veggiere”? Se qualcuno sa come risolvere questo arcano, che me lo dica. Grazie!

  5. comez83 ha detto:

    crocicchio [cro-cìc-chio]
    s.m. (pl. -chi)
    1 Luogo dove si incrociano due o più vie

  6. Franz Wittenberg ha detto:

    “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”. [Ludwig Wittgenstein]

    L’idea, quella di creare un dizionario di termini desueti, in un mondo linguistico sulla via (in discesa) dell’impoverimento e dell’imbarbarimento è lodevole, anche se degna d’interesse, ahinoi, solo per pochi, credo. Più modesta mi pare la sua realizzazione così povera di termini, di cui solo pochissimi veramente desueti.
    Salutandovi e lodandovi per l’idea voglio confermarvi una mia totale collaborazione in caso di creazione di un vero e proprio corpus, non prima di lasciarvi con una tra le parole oggigiorno desuete che più mi sono care per suono e significato: “druso”.

    Franz Wittenberg.

  7. Davide ha detto:

    “Affettazione” e “Sprezzatura” possono essere considerate parole desuete?

  8. Demian ha detto:

    Ricordo che Angelo aveva caricato la raccolta in modo da poterla scaricare, è ancora disponibile?

  9. Danilo Zanghi ha detto:

    Ah, quanta bellezza in queste parole ! Peccato davvero che la nostra bistrattata e depauperata lingua abbia raggiunto un simile degrado cognitivo. Oramai nessuno parla un buon italiano. Magari nei circoli dei letterati c’è ancora qualche anima pia che abbia un briciolo di passione artistica (e culturale) tale da consentirgli di tramandare queste soavi parole…

  10. Nino Serra ha detto:

    Mi sono chiesto e mi chiedo se anche il vocabolario non abbia il diritto di usare le parole oggi in voga. Tutto cambia e si evolve, anche il linguaggio deve farlo. Vorrei conoscere il parere di qualcuno della Crusca.
    Per me va bene cambiare, che vuol dire guardare avanti.

  11. Baku ha detto:

    Chapeau! “Le parole sono importanti”, come ci suggerì sapientemente Moretti in Palombella Rossa.

  12. Giuliano ha detto:

    A quanto mi risulta il termine “duttile” riferito al metallo è la proprietà di questo di essere ridotto in fili sottilissimi per trazione. Utilizzare duttile per intendere la capacità di ridurre un metallo in lamine è, seppur frequente, a quanto mi è noto fondamentalmente scorretto. La proprietà di un metallo di essere ridotto in lamine è la “malleabilità” non la “duttilità”.
    Fatta questa precisazione non mi pare che il termine sia desueto, tutt’altro, viene sovente utilizzato in ambito tecnico o in senso figurato.

    Detto questo colgo l’occasione per fare i miei complimenti per la raccolta.

  13. matteo ha detto:

    Grazie per la raccolta! Mi associo all’ultimo commento in lista, duttilitá è un termine che si riferisce alla capacitá di un metallo di essere ridotto in fili sottili. La riduzione in lamine fa riferimento alla “malleabilitá” 🙂

  14. teo71 ha detto:

    Interessante. Ma si dovrebbe anche discutere delle “costruzioni” desuete della lingua italiana, ad esempio:
    “Parmi” per “mi pare”
    “Renderassi” per “si renderà”
    “Assaissimo” per “moltissimo”

    Soprattutto (ma ho letto anche dei “sopratutto”) il verbo seguito dalla forma atona mi incuriosisce.

    • Mirko di maio ha detto:

      Mi garbano questi responsi colmi di sapienza e di una notevole volontà di curiosare di fondo, e non enuncio questi deatebi o queste allocuzioni per libidine o per pura e schietta volontà, ma per zelo colmo di attenzione ai sillogismi e agli annedoti che si citano

  15. mirko ha detto:

    e volevo a tal proposito sopraggiungere codesto avverbio: testè; che a delineare una cosa appena detta, avverbio quindi noto come iponimo di: ti è stato appena detto…in riferimento a: testè detto che…per esempio: come testè detto tali sillogismi posti nella tua maniera così enigmatica non mi abbacinano come testè detto più di tanto. Bramo che la mia recensione verrà conservata in serbo di ognuno di voi, esimi colleghi di eloqui.
    ciao a tutti, buondì e arrivederci.

  16. mirko ha detto:

    E volevo a tal proposito sopraggiungere codesto avverbio: testè; che serve a delineare una cosa appena detta, avverbio quindi noto come iponimo di: ti è stato appena detto…in riferimento a: testè detto che…per esempio: come testè detto tali sillogismi posti nella tua maniera così enigmatica non mi abbacinano più di tanto. Bramo che la mia recensione verrà conservata in serbo di ognuno di voi, esimi colleghi di eloqui.
    ciao a tutti, buondì e arrivederci.

    P.S: scusate ma per alcuni errori precedentemente effettuati, la versione corretta e aulica è quest’ultima.

  17. Massimo ha detto:

    Ciao a tutti!
    Volevo solo segnalare un piccolo errore nella notazione della pronuncia di “Stoltiloquio”, nel caso nessuno l’avesse già detto.
    L’accento tonico dovrebbe cadere sulla penultima ò, non sulla ì.

    http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=17446&r=523434

    Ciao!

    Massimo

  18. Alberto ha detto:

    Come siete PETALOSI! 😉

  19. Matteo ha detto:

    Aggiungerei “Nequizia”=malvagità, iniquità

  20. Mauro ha detto:

    Non mi reputo tal letterato da competere sulle vostre precisazioni , leggo e ne faccio tesoro . In trasparenza vorrei poter dire che non è di questi tempi ascoltare per le strade il linguaggio absoleto . Pur se io ne sia orgoglioso ma incartapecorirto mi sento . Buona serata ..Mauro

  21. Loris ha detto:

    bel post, complimenti.
    Io trovo desueta e ormai dialettale la parola “obbiettivo” rispetto al termine corretto “obiettivo” usato ormai da almeno 50 anni su tutti i manuali e le riviste di fotografia (ma anche sui libri che non parlano di fotografia visto che il termine ha altri significati).
    Certo negli anni 40 si usava con due b ma quante parole sono state “migliorate” in questi anni?
    Eppure i principali dizionari italiani continuano ad avere entrambi i due termini spingendo chi non ha mai letto niente di recente (!) a sostenere che entrambi i termini sono corretti e usabili come se stesse chiaccherando in un bar di Trastevere… 😉
    Possibile che non possano aggiornare i dizionari mettendo ad esempio che si tratta di un termine desueto o arcaico e non più in uso dal dopoguerra?

  22. K ha detto:

    Post molto bello! in effetti alcuni non sono propriamente termini desueti, almeno non quanto
    Genetlìaco : compleanno
    Pedissequamente : alla lettera, passivamente
    Desueto : 😛

  23. Amilcare ha detto:

    @sedrock: fantastico! Mi sono fatto 4 sane risate. Spero qualcuno raccolga il tuo invito.

  24. Mattia Fiorentino ha detto:

    SAGITTABONDO = Colui che scocca sguardi che fanno innamorare

    SGARZIGLIONA = Fanciulla prosperosa

    Granciporro = Errore madornale

  25. Yorighe ha detto:

    Non so se esserne lieta o meno, ma a parte i termini più “tecnici”, uso quotidianamente quasi tutte queste parole. Mi è stato detto più volte di “parlare potabile”…

  26. valeriosampieri3 ha detto:

    Nel mio Vocabolario strampalato -tuttora a livello di bozza- ho inserito molti termini che non sono desueti, ma anche semplicemente usati a sproposito. Se ti interessa, ecco il link: https://lamialibraria.wordpress.com/vocabolario-strampalato/

  27. giuseppe ha detto:

    il mio vocabolario era un docente di vecchia cultura greco-latina, che amava parlare con termini desueti al fine di non farli scomparire ,alcuni di questi , ma ce ne sono molti altri, sono: anfibologico , discorso o modo di dire interpretabile in due modi diversi, bizantinismo, azione inutile, come spolverare sulla capocchia degli spilli e ambage, giro di parole volutamente tortuoso ed oscuro ,termine molto usato dal noto filosofo Diego Fusaro.

  28. Maurizio Peruzzi ha detto:

    in alcuni regolamenti comunali del ‘600 a Bormio trovo “ascoli” spesso abbinato a “pascoli”. Cosa vuol dire “ascoli”? Trovo anche “boschi tensi e non tensi” e ancora, spesso, “adestare”. Chi mi aiuta?

  29. Jessica ha detto:

    Molto bello

  30. David ha detto:

    Sono rimasto piacevolmente colpito e dalla pagina e dai commenti.
    Un uso utile e forbito della nostra splendida lingua.
    Quando mi rattristo passo a trovarmi e mi rincuoro del fatto che ancora taliuni uomini ricerchino nella complessità del lessico il miglioramento dello stesso.

    Più vocaboli si conoscono più elaborata è la forma di pensiero.

    Sarà forse per questo che molti termini vengono “fatti dimenticare”?

    Cordialmente.

  31. Alessandro ha detto:

    I primi ad oltraggiare la nostra lingua sono le istituzioni, vedi parole come lochìkdown,wellfar,ecc

  32. Luigi ha detto:

    Conoscete voi che avete creato questo sito una parola desueta collegata all espressione pareva, sembrava?

  33. Marcello Cesaro ha detto:

    Ho aggiornato vocaboli desueti del libro “Storia di Cristo” di Giovanni Papini.
    possono interessare? Sarei felice di condividerli.
    Una domanda può essere considerato una forzatura aggiornare “innanzi” con “davanti”
    Esempio: In questo è l’origine del male; nel non avere, del continuo, innanzi all’occhio del cuore, il Signore e i Suoi benefici.

  34. Giovanni ha detto:

    Non mi è piaciuto

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